Veramente, a essere sinceri, le
mancava Marco. Il compagno di classe più carino e simpatico.
Peccato che sarebbero passati
quindici giorni almeno prima di poterlo rivedere.
Luisa frequentava il terzo anno
del Liceo Scientifico Ettore Majorana situato nella cittadina accanto
alla sua. Marco era un nuovo acquisto, trasferitosi in estate da Palermo,
lei l’aveva conosciuto il primo giorno di scuola, appena prima di
sapere che sarebbe diventato il suo compagno di banco.
Come sempre si era avviata a scuola
molto presto, così da avere il tempo di leggere un po’ mentre aspettava
gli amici. Se non l’avessero vista, seduta all’indiana sulla solita
panchina, sotto la pensilina, si sarebbero preoccupati.
Marco era arrivato poco dopo di
lei e gli era sembrato naturale chiederle qualche informazione della
scuola.
Lui si spostava spesso a causa
del lavoro del papà e ormai era diventato bravissimo ad adattarsi a
nuovi insegnanti, programmi diversi e ambienti da scoprire.
Certo non era facile conservare
le amicizie, ma la sua natura socievole gli permetteva di ricrearne
altre facilmente.
Ripensando a quella mezzora da
soli a chiacchierare, era quasi preda di nuovo del batticuore.
Il ragazzo aveva lasciato la panchina
prima che arrivassero gli altri, doveva passare in segreteria per sbrigare
le ultime formalità. Era stato un trasferimento non programmato e in agosto, quando era arrivato con la famiglia, la scuola era chiusa e
non aveva potuto definire i dettagli burocratici.
Era seduta al banco, in prima
fila e per caso con un posto vuoto accanto, quando era entrato l’insegnante
di biologia, uno dei pochi che non era cambiato rispetto al primo biennio,
seguito da un nuovo alunno. Marco Aulici.
Dopo tre mesi di mattinate fianco
a fianco conosceva molti suoi atteggiamenti e anche gusti culturali,
ma ancora non aveva il suo numero né aveva idea dei suoi gusti personali.
Non gli aveva comprato un regalino
per Natale solo per il timore di rendersi ridicola.
Era consapevole che varie altre
ragazze erano uscite con lui, su loro invito, per serate allegre al
cinema o in pizzeria, ma lei era troppo timida per un simile approccio
e lui non ci aveva mai provato.
- Tesoro ma leggi o sogni ad occhi
aperti? – Luca la risvegliò dai ricordi facendola sobbalzare.
- In realtà stavo pensando.
Esci fratellone? – era più grande di lei di quattro anni e lo considerava
il suo idolo.
- Sì, con Alessio, vuoi venire
con noi? Deve comprare il regalo alla sorella e un tuo parere sarebbe
utile.
- Certo. Conosco bene Giulia e
fare un giro nei negozi non mi spiacerà affatto.
Alessio e Luca erano amici dall’asilo,
inseparabili. Proprio per questo anche Luisa e Giulia erano diventate
compagne di giochi e poi di pettegolezzo. Erano state anche compagne
di classe per anni, fin dall’asilo, separandosi poi in vista delle
superiori. Giulia propendeva per un diploma finito.
Passarono due ore tra borsette
e accessori vari, coloratissimi e adatti ad un’adolescente briosa
come era la destinataria del regalo. Alla fine Alessio optò per una
cintura luccicosa, come l’aveva definita la sua giovane amichetta.
Comprò, di nascosto, anche una collana di pietre azzurre che era stata
preda degli sguardi avidi di Luisa.
Lui non riusciva proprio a vederla
come una sorella acquisita, era troppo bella e dolce per non sentirsi
attratto da lei, anche se la conosceva troppo bene per provare un approccio
qualsiasi, era sicuro che la timidezza l’avrebbe fatta scappare via.
Non le avrebbe dato il regalo
a Natale magari, ma voleva che fosse il messaggio giusto per farle comprendere
i suoi sentimenti. Senza però allontanarla nel caso non li avesse condivisi.
La sua amicizia era importante per lui, se non poteva avere altro, era
già abbastanza.
- Che ne direste di una festa
per Capodanno? – Luca aveva spezzato il silenzio con quella domanda
provocatoria. – Ho il permesso dei nostri genitori per organizzarla
a casa nostra. Così sorellina potrai aiutarmi e invitare anche qualche
tuo amico.
- O magari il tuo ragazzo –
la provocò Alessio.
- Non ho un ragazzo, ma l’idea
è fantastica, anzi fantasmagorica. Quanti inviti mi permetti? – Luisa
era arrossita, ma sperava che i due non se ne accorgessero.
- Quanti fidanzati hai?
- Ho detto nessuno – rispose
piccata.
- Allora spasimanti – si intromise
ancora Alessio. – Ci sarà sicuramente qualcuno che ti fa il filo.
- Inutile che mi prendete in giro,
so benissimo di non attirare sguardi e provocazioni.
I due la guardarono un po’ perplessi,
impossibile convincersi che non fosse attraente, ma anche persuadere
lei del contrario.
Alla fine Luisa decise di invitare
cinque persone, tra cui ovviamente Marco.
Era indecisa se prendergli un
regalino, ma poi decise di non farlo; non voleva né essere considerata
infantile né pubblicizzare troppo la propria infatuazione.
I due fratelli trascorsero i giorni
tra Natale e Capodanno a decorare la casa e la ragazza ne approfittò
per disseminare vischio come neve, sugli archi, ai lampadari, sulle
porte e negli angoli bui. Avrebbe fatto il possibile ed anche di più
per avere o rubare un bacio. Uno speciale però.
Avevano deciso di dare appuntamento
agli invitati dall’una in poi, in modo che tutti potessero fare il
brindisi in famiglia, ma la festa incominciò ad ingranare dopo le due,
quando la maggioranza era già arrivata.
Il primo a bussare fu Alessio,
accompagnato da Giulia; mentre gli amici di Luisa arrivarono poco dopo,
tutti insieme, compreso Marco.
“Ma da quando si è inserito
così bene nel gruppo da arrivare insieme a loro?” si chiese la
ragazza sbalordita.
Dopo averla salutata però non
le dedicò più di un bacetto per gli auguri, preferendo scherzare un
po’ con tutte, compresa Giulia che aveva appena conosciuto, ma evitando
persino di invitare lei a ballare. Nonostante fosse la sua compagna
di banco. Nonostante fosse la padrona di casa, colei che l’aveva invitato
alla festa.
- Vacci piano con mia sorella!
– Alessio apostrofò Marco con tutta l’arroganza di cui era capace.
Avrebbe voluto strapazzarlo a causa di Luisa, ma doveva nascondere la
vera ragione dietro la preoccupazione per Giulia.
- E chi sarebbe? – Marco era
sconcertato.
- Quella con cui ballavi un attimo
fa.
- Ah Giulia. Che festa sarebbe
se non si flirta un po’?
- Tu fai il cascamorto con tutte
e lei non è abituata ai tipi come te.
- La vuoi suora?
- Fai poco lo spiritoso ragazzino!
“Screanzato!” pensò Luisa,
dopo aver finto di divertirsi per una mezzora, con un falso sorriso
stampato in viso, cercando di ballare con chiunque la invitasse. Non
riuscì a recitare oltre e si ritirò nell’angolo più buio a deprimersi
su una poltrona sgangherata, messa lì quasi per nasconderla. Così
mentre si trastullava nel compiangersi si era persa il battibecco tra
Alessio e Marco, che forse le avrebbe potuto aprire gli occhi su molte
cose.
- Luca tua sorella si è andata
a nascondere?
- Come sempre. Sai quanto è sensibile,
basta uno screzio a farla chiudere a riccio.
- Secondo me è gelosa del ragazzino
nuovo.
- Marco?
- Sì quello…
- Dici? Ma se a stento si sono
salutati. L’ha invitato soltanto perché sta aiutando il tipo ad inserirsi
nel gruppo.
- Mi fa male vederla triste.
- Ah quindi ti senti pronto a
mostrarle i tuoi veri sentimenti?
- Cosa intendi?
- Guarda che ti conosco Alessio.
So bene quanto ci tieni a lei. Tieniti solo pronto a ricevere un due
di picche.
- Grazie Luca, della fiducia.
- Mi fido tanto di te da non prenderti
a pugni, di più, da avvisarti. Ci ama allo stesso modo.
Alessio rimase molto scosso dallo
scambio avuto col suo miglior amico; non pensava di essere un tale libro
aperto, neppure per lui. Non aveva mai mascherato l’affetto che provava,
ma di esserne innamorato l’aveva ammesso a stento con se stesso.
- Ecco dove ti sei nascosta.
- Alessio, mi cercavi? – il
sorriso di lei era tanto triste da ferirlo.
- Sei qui a disperarti solo per
l’idiozia di quel ragazzino chiassoso? – vedendola quasi in lacrime
decise di portarla a reagire provocandola.
- Che ragazzino? – lei era senza
parole, temeva di essersi resa ridicola, che tutti avessero capito del
suo amore senza speranza.
- Quello che cerca in tutti i
modi di scansarti.
- Non capisco che intendi.
- Se davvero non ti importa, vieni
a ballare con me.
Luisa era riluttante a lasciarsi
riportare alla luce, preferiva la sicurezza del suo angolo buio, ma
conosceva bene la tenacia di Alessio. Anzi la sua testardaggine, quando
si impuntava su qualcosa nulla riusciva a fargli cambiare idea.
Si lasciò guidare sulla pista.
Dopo il lento, ballato abbracciati e senza dire una parola, ritornarono
alla vecchia poltrona nascosta.
Alessio decise di giocarsi il
tutto per tutto.
La fece sedere sulle sue ginocchia
e le diede il pacchetto. Il sorriso luminoso di Luisa lo ripagò di
ogni batticuore, se anche non l’avesse mai amato, valeva la pena restarle
accanto per quelle reazioni.
- Non ci posso credere. Mi conosci
proprio bene.
- Più che altro non riesco a
non guardarti e quindi ho imparato ad osservarti bene.
- In che senso?
- Che ho imparato i tuoi gusti.
- No. La prima parte. Quando hai
detto…
- Che mi piaci da morire? –
la interruppe quasi con impeto. La paura lo faceva quasi tremare. Non
voleva un suo rifiuto.
Il vischio sul muro gli diede
il coraggio e l’idea.
La strinse tra le braccia, le
alzò il viso e poggiò delicatamente le labbra sulle sue. Gli aliti
si mescolarono e la ragazza ne fu sbalordita. Incoraggiato dal suo tremito,
lui cominciò a sfiorarle la bocca con la sua.
- C-Che fai Alessio?
- Ti bacio. C’è il vischio,
che hai messo proprio tu, qui sopra.
Lei rispose con un sospiro.
Allora lui si fece coraggio e
riprese a stuzzicarla con labbra e lingua, in modo dolcissimo, provocandola
senza fretta. Quando poi approfittò dei suoi ansiti per approfondire
il bacio e giocare con la sua lingua, lei dimenticò ogni pretesa di
affetto fraterno.
Era la sua prima esperienza romantica
e la emozionò come non mai.
Aveva davvero ottenuto quello
che sognava: un primo bacio da sogno.
Brava Libera, un young adult con tutte le dolci caratteristiche di un periodo che resta dentro al mio cuore; i primi sospiri, i tonfi dell'anima quando un ragazzo ti stringe per la prima volta...Mi hai fatto tornare indietro nel tempo, con un pizzico di malinconia. Brava davvero!Simo
RispondiEliminaI voli pindarici, le giravolte del cuore, il senso dell'attesa e quello della sorpresa, il valore assoluto delle cose minime che gonfia i primi amori di dolcezza e fa stare in perenne bilico fra estasi e dramma....brava Libera, hai davvero saputo raccontare quella stagione...e poi un racconto "giovanissimo" ancora mancava...unico, piccolo dubbio: alcune espressioni nei dialoghi sono forse poco aderenti al modo di parlare degli adolescenti. Ma il modo di aspettare e incontrare l'amore c'è tutto...quindi complimenti!
RispondiEliminaPatrizia
Concordo con Simona e Patrizia: sei riuscita a farmi rivivere(...e sono passati secoli) le emozioni e gli struggimenti del tempo del liceo...Brava davvero cara libera!
RispondiEliminadevo ripetermi... un racconto diverso.. che mi ha fatta ritornare indietro di 20 anni oddio... non avrei dovuto dirlo.... molto carino
RispondiEliminaChiedo scusa a Libera per la minuscola sfuggita dalla penna...ehm, dal mouse, ma è ancora l'effetto dell'emozione giovanile! ;)
RispondiEliminaCara Libera, hai realizzato l'invenzione del millennio, la macchina del tempo. Sono ritornata a quando parlare con il ragazzo dei sogni era più spaventoso di un'interrogazione, ballare un lento era un'avventura e un batticuore e baciarsi trasmetteva un senso di attesa, di ignoto, quasi di pericolo; sensazioni che, negli anni a venire, nn si proveranno mai più, nemmeno con il compagno di una vita. Che nostalgia e che emozione! Grazie, carissima!
RispondiEliminaAnche se non sono più giovanissima tornare indietro e rivivere con racconti young adult queste emozioni è sempre un piacere: ti scaldano il cuore e ti fanno sognare. E mentre leggi si stampa sulla faccia un sorriso solare. Bello! Complimenti!
RispondiEliminaSono sposata da 12 anni, ho un bimbo di 4, un marito e un gatto...tra casa, lavoro, famiglia e tutto il resto a fine giornata mi sento addosso 20 anni in più...stamattina, grazie al tuo racconto, per un attimo sono tornata nella classe 3c del liceo, quasi 25 anni fà....GRAZZZZZZZIEEEEE!!!
RispondiEliminaLa dolcezza del primo bacio.
RispondiEliminaBrava, hai fatto rivivere a parecchie (o forse tutte) l'emozione del primo bacio. Questo ancora più delicato e bello perchè innaspettato ma dato con vero amore.
LidiaS
Davvero brava Libera...anche se lo young adult non è il mio genere preferito...hai davvero realizzato l'atmosfera giusta e soprattutto hai ricreato la dolcezza del primo bacio.
RispondiEliminaAncora brava!!
Juliet
Ho un pessimo ricordo di quel periodo, ma ho avuto anche momenti piacevoli, pochi e mi sono immedesimata nella timida protagonista e quindi ho riaperto il baule dei ricordi, quelli carini.
RispondiEliminaDelizioso racconto davvero complimenti a Libera, per il dolcissimo finale.
Davvero carino, Lib! Mi piacciono le storie che parlano di giovani alle prese col primo amore. Questa, in particolare, l'ho trovata davvero piacevole, anche per il significato che sembra racchiudere in sé: alle volte non ci accorgiamo delle persone che abbiamo intorno e ci affanniamo a cercare l'amore lontano da noi quando invece è vicinissimo.
RispondiEliminaGrazie a tutte per i complimenti. Siete troppo gentili. Mi da immensa gioia avervi emozionato.
RispondiEliminaIo amo scrivere dei primi amori proprio perchè mi permette di immergermi nei ricordi e di rivivere un po' di adolescenza-prima giovinezza.
E poi per Natale mi piaceva l'idea della dolcezza delle prime cotte, dei primi rossori... del primo bacio.
Libera
Mi sto appassionando a questi racconti natalizi e vi ringrazio per questa bella idea!
RispondiEliminaQuesto racconto ha una trama semplice come semplice è il tipo d'amore descritto, con piccolo colpo di scena finale: alla fine la protagonista ha la fortuna di dare il primo bacio a chi le vuole bene sul serio!
Un'unica obiezione è sullo stile. Se all'inizio del racconto ci fosse stata una data che riportava i fatti narrati a vent'anni fa o più, sarebbe stato meglio. Non essendo io giovanissima, infatti, mi ci rivedo perfettamente in quel tipo di dinamiche e in quel tipo di gergo.
Ma se l'autrice pensava ad una ambientazione da nuovo millennio...mi spiace, i giovani d'oggi non parlano così'!
Espressioni come: 'fantasmagorica', 'spasimanti' 'fare il filo', 'flirtare' 'fare il cascamorto'...suonano datate.
Quale adolescente di vostra conoscenza pronuncerebbe queste parole: 'Sei qui a disperarti solo per l’idiozia di quel ragazzino chiassoso?' Chi direbbe ( come pensa Luisa) la parola “Screanzato!” ? o '...si 'trastullava' ...'??
Penso di non aver mai pronunciato, o pensato, la parola 'screanzato' in vita mia e io di anni ne ho più del doppio di Luisa!
Più probabilmente una teeneager di oggi avrebbe pensato: 'Che stronzo!' Va bè, la parola non è gran che, ma è così che parlano loro! ( e anche noi, sotto sotto!)
Mi sembra che l'autrice abbia messo in bocca ai suoi personaggi (e alla voce narrante)il suo gergo di adolescente di un'altra generazione e questo difetto di stile fa suonare il racconto un po'strano . O semplicemente datato.
Se poi l'intenzione dell'autrice era proprio quella di raccontare un ricordo di adolescenza,le cose cambiano, ma forse avebbe dovuto avvertire in qualche modo il lettore del tipo di ambientazione.
In ogni caso, a mio avviso parole come 'screanzato'e'trastullava' sarebbero da evitare in racconti d'ambietazione contemporanea.
@Antonia
RispondiEliminaNon è un ricordo, ma è vero che ho usato un linguaggio della mia adolescenza, o forse no, anche più antico dato che io ero all'antica e pensavo con queste frasi anche se poco usate dagli altri.
Quindi in un certo senso hai colto proprio il mio messaggio "recondito".
Debbo dire che, anche adesso, mi viene difficile pensare o dire parolacce, ma ho ripulito ancora di più il racconto pensando ad un'atmosfera natalizia un po' vecchio stile, con la festa a casa solo grazie al fratello più grande e nessun veglione possibile altrimenti per una sedicenne. E anche questo non credo sia comune ai giorni nostri dove anche i tredicenni passano la notte fuori...
Un gusto retrò che dava la giusta malinconia natalizia.
Non avevo pensato a mettere una data così ognuna poteva collocarlo nella propria adolescenza.
Libera
Ah l'emozione del primo amore!
RispondiEliminaQuesto racconto è molto carino e delicato, concordo con le altre: mi ha fatto tornare indietro nel tempo.
Molto dolce, semplice e poetico come lo sono gli anni della giovinezza.
RispondiEliminaFrancesca M.
E' un racconto young adult molto carino, romantico e delicato. La magia del primo bacio non si scorda mai, soprattutto se inatteso come quello della protagonista. ^_^
RispondiEliminaIL vischio, l'adolescenza, i sentimenti così a fior di pelle ed estremi.....la dolcezza. Ci siamo passati tutti ed il racconto di Libera mi ha fatto ricordare i miei,ormai lontani anagraficamente, anni della giovinezza, ma puri e cristallizzati nel tempo.
RispondiEliminaBuon Natale!!!!
MariaT.
Bello il tempo delle mele! Il lento con il ragazzo che ci faceva battere il cuore era impagabile. ANITA GAMBELLI
RispondiEliminaromanticissino questo racconto!!!
RispondiElimina^________^
Tardi ma arrivo anch'io, cara Libera, e mi limito a dire "brava". Un racconto fresco che evoca la magica stagione della giovinezza, e dei sogni che avevamo nel cuore.
RispondiEliminaMariangela Camocardi
Atmosfera adolescenziale che non guasta mai, neanche a Natale, diciamo che il susseguirsi della trama si sposta con stupore su una fine inaspettata, visto che i protagonisti sembravano Luisa e Marco...ben creata come storia!
RispondiEliminaChe bello questo racconto, delicato e tenero. Fa tornare indietro nel tempo e rivivere le emozioni del primo bacio...Complimenti Libera
RispondiEliminaCiao Monica
Grazie ancora per tutti i nuovi commenti; i vostri complimenti mi emozionano tantissimo. Un grazie speciale a Mariangela.
RispondiEliminaApprofitto per lasciare anche i miei auguri di Buon Natale per tutte le blogger e le lettrici di questo romantico sito!
Libera
Lib i complimenti te li ho già fatti di persona, lo sai che mi piace come scrivi, e questo racconto è giovane e fresco come i protagonisti.
RispondiEliminaSì forse lo stile è retrò, ma non è che noi siamo giovincelle di primo pelo... vero?
Brava Libbina, non mi deludi mai
Dolce e delicato, questo racconto di Libera. Carino!
RispondiElimina