Ekaterina si
lasciò cadere sul pavimento e fu subito sommersa dalle voluminose gonne,
scomparve fra fiumi di seta e nuvole di taffettà. Per la frustrazione
lanciò lontano il diadema d’argento. La filigrana sottile, a forma
di ghiaccioli appuntiti, tintinnò e scivolò sul marmo. Le spalle scosse
dai singhiozzi, si sciolse in un lungo pianto incontrollato.
Era
rimasta sola dopo che le danze si erano concluse e anche l’ultimo
degli invitati si era ritirato per il riposo. Il Palazzo d’Inverno
di St. Peterburg era un silenzioso scrigno d’oro, gelido e apparentemente
spopolato.
Konstantin
Andrej Sokolov non si era presentato, l’aveva delusa per l’ultima
volta e non l’avrebbe perdonato. Erano mesi che non le scriveva e
non si meritava più la sua devozione! Avrebbe tentato di cancellarlo
per sempre dalla mente, non era degno del suo rammarico e nemmeno che
serbasse un affezionato ricordo della loro infanzia.
La
servitù aveva iniziato a spegnere le candele e le domestiche non
le badavano nemmeno. Doveva apparire loro come l’ennesima nobile e
viziata fanciulla che non aveva ottenuto il tanto sospirato omaggio
durante il ballo in cui tutto era possibile, la notte di Natale alla
corte dello Zar Paolo I Romanov.
«Se
smettete di piangere vi racconto una fiaba.»
Ekaterina
alzò gli occhi, grazie al Cielo non conosceva chi le aveva rivolto
quelle parole. Tuttavia ciò che vide la angosciò anche di più. Ritirò
i piedi sotto le gonne e drizzò le spalle. Nessun funzionario dello
Zar l’avrebbe mai vista perdere il controllo.
«Scusate
Eccellenza, mi è caduta la tiara…»
«Doveva
starvi molto a cuore.»
Ekaterina
aggrottò le sopracciglia bionde e si asciugò le lacrime
con il dorso di un guanto. Dopotutto non esisteva una spiegazione logica
che mostrasse al mondo il dolore del suo cuore spezzato.
«Non
c’è bisogno di fingere, la festa è finita e ciò che mi direte rimarrà
tra noi. Il circo della nobiltà e dei suoi obblighi non esiste quando
le luci sono spente e l’ora è tarda e al tempo stesso mattiniera.
Ditemi cosa vi è capitato stanotte e io vi darò una soluzione per
le vostre pene» disse il funzionario dello Zar. Aveva grandi occhi
verdi, chiari come l’erba giovane delle steppe.
La
luce argentea dell’alba le permise di vedere quella porzione di volto
che la maschera lasciava scoperta, doveva essere straordinariamente
bello e armonioso, seppur deturpato da una cicatrice frastagliata che
gli attraversava uno zigomo.
«Aspettavo
una persona importante, purtroppo lui
non è tornato. Non temete me ne farò una ragione.»
La
fanciulla raddrizzò la schiena, lisciò le pieghe dell’abito e si
alzò, l’ultima cosa che le occorreva in quel momento era essere sedotta
dalle parole audaci di un bell’imbusto.
«L’avete
cercato?» chiese l’uomo un istante prima che lei gli voltasse le
spalle.
Lo
sguardo glaciale di Ekaterina si alzò lentamente, scivolò sul
diaspro rosso delle colonne, indugiò sugli stucchi dorati e poi si
appuntò aguzzo come la punta di un coltello sul mento dello sconosciuto.
Arrivava fin lì ed era salita su un gradino per darsi un contegno.
«Sì
Eccellenza, l’ho aspettato tutta la notte e per i dieci anni precedenti!»
sbottò Ekaterina.
Le
labbra dell’uomo si incresparono in una risata trattenuta a stento.
«Siete
troppo giovane per cercare un fidanzato da dieci anni!» ridacchiò
il funzionario dello Zar. Sistemò la fascia rossa e la giubba dell’uniforme.
«Non
è il mio fidanzato. Né mai lo diventerà.»
«Quindi
piangevate per non aver avuto notizie di una persona che attendete da
tanto tempo, ma che non conoscete.» L’assurdità della situazione
e la frustrazione la spinsero a sbuffare in modo eloquente. «E’ un
paradosso, siete fortunata, sono un esperto del settore.» Balzò su
un gradino e urtò un vaso di fiori che per poco non cadde dalla balaustra
della scala. Strappò una fresia gialla e si voltò lanciandola sopra
la testa. Il minuscolo bocciolo turbinò a mezz’aria e poi si infilò
impudente nella scollatura della fanciulla.
«Chi
siete?» chiese ansiosa di dare un nome a quell’uomo insolente.
«La
soluzione al vostro problema» fece lui salendo con fare pensoso la
lunga scalinata.
Girò
sui tacchi e la strinse a sé. Con un braccio le cinse i fianchi e lasciò
che lo guardasse negli occhi per un lungo istante. Ekaterina aggrottò
la fronte. Il salone delle danze era deserto, anche l’ultimo maggiordomo
aveva terminato i suoi compiti e si era dileguato.
«Cosa
rappresenta la vostra maschera?» riuscì a domandare cercando di ignorare
il galoppo in cui si era lanciato il suo cuore. La vicinanza fisica
con quello sconosciuto le faceva girare la testa, eppure aveva ballato
tutta notte stretta nell’abbraccio di molti uomini affascinanti.
Cosa
aveva di diverso costui?
«Non
ho badato al tema della serata, sono rimasto fedele a me stesso» rispose
lui enigmatico. Le sfiorò il mento con il dorso della mano. Si chinò,
le loro labbra erano pericolosamente vicine. Ekaterina pensò che forse
l’avrebbe baciata, quindi voltò il capo e si irrigidì.
«Io
sono la regina dei ghiacci fino a che non sorge il sole» scherzò per
stemperare la tensione. Il petto le si alzava e abbassava a un ritmo
frenetico. «Ora però devo andare…»
«Maschera
azzeccata direi. Rimanete ancora un po’ ve ne prego» la implorò
il funzionario senza lasciarla andare. «Conoscete la storia del bacio
segreto e del suo viaggio attraverso i Venti del Nord?»
La
ragazza scosse il capo.
Il
funzionario la strinse forte a sé e iniziò a raccontare.
«Tanto
tempo fa, una fanciulla russa promise un premio a un valoroso guerriero.
L’unico modo per averla in moglie era tornare da lei dopo aver affrontato
le nevi della Siberia e i mari in tempesta, con il solo scopo di trovare
lo zaffiro del medesimo colore dei suoi occhi. Era l’alba di un nuovo
giorno e il suo giuramento fu udito dai Venti del Nord.»
Ekaterina
trattenne il fiato, qualcuno tanti anni prima amava raccontarle fiabe,
quando da bambina le capitava di fare i capricci. Ma il funzionario
dello Zar non poteva essere lui, aveva un aspetto più maturo
e i suoi occhi non erano dello stesso colore di quelli di Konstantin.
Per il resto non aveva grandi confronti, lo ricordava da ragazzo, esile
e biondo, mentre i capelli dell’uomo che aveva di fronte erano scuri
e il suo fisico era imponente.
Il
cuore le salì in gola.
«Il
guerriero seguì rotte pericolose e in breve divenne un pirata, saccheggiò
porti e navi. Cambiò, divenne avido e per questo non trovò mai lo
zaffiro. Un giorno tornò in Russia e costrinse la fanciulla a sposarlo.
Lei capì di essere stata vanitosa e annullò la richiesta pur di riavere
l’uomo di un tempo, dopotutto era colpa sua se il giovane era cambiato
ed era diventato un pirata senza scrupoli. I Venti del Nord la udirono
una seconda volta e non furono clementi.»
Con
le luci dell’alba gli occhi verdi dello sconosciuto si fecero sempre
più chiari, man mano che il giorno avanzava Ekaterina vide la patina
opaca che ricopriva le iridi. Si fece coraggio e con un gesto lento
sciolse i nodi della maschera del funzionario, il respiro le si mozzò
in gola.
«Konstantin?»
mormorò confusa.
Lui
la strinse forte a sé e le fece poggiare il mento sulla spalla.
Non voleva che lo vedesse per quello che era diventato. Ekaterina finalmente
capì. Il suo amico di un tempo aveva mantenuto la promessa… Con il
cuore che le batteva così forte da farle fischiare le orecchie, agitò
una mano davanti allo sguardo vacuo dell’uomo.
«I
Venti del Nord chiesero alla ragazza una prova. Se fosse riuscita a
dimostrare la forza del suo amore il giovane sarebbe tornato da lei
con lo stesso cuore puro con cui era partito. La fanciulla affidò un
bacio al Vento e gli chiese di posarlo sulle labbra dell’uomo che
amava. Il Vento soffiò e turbinò…» continuò Ekaterina.
Un
sorriso radioso le illuminò il volto. Konstantin era tornato per
lei! Niente era più importante. Lacrime di gioia le solcarono il viso.
«Perché
non mi hai detto che eri tu?» chiese Ekaterina con un filo di voce.
Le
mani ruvide di Konstantin le percorsero il collo, le accarezzarono i
capelli biondi e indugiarono a lungo descrivendo il contorno delle sue
labbra e delle gote. Tremarono leggermente quando si ritrassero umide
di pianto.
«Per
questo, non desideravo la tua pietà… E perché volevo essere io a
riconoscerti, ti ho cercata tutta la notte. Ho capito che eri tu quando
ti ho sentita piangere.»
Gli
occhi ciechi di Konstantin si fecero più duri delle lastre di ghiaccio
del Baltico. Quel colore era il risultato di una giornata di scontri
sul fronte Ungherese, un’esplosione ravvicinata e il buio l’aveva
avvolto. Aveva combattuto, aveva guadagnato la gloria e perso la vista.
Non era ancora pronto per sapere se avrebbe perso il bene più prezioso:
l’ammirazione e la devozione della bellissima Katja. Non era importante
se la sua vita sarebbe comunque stata piena e soddisfacente, non valevano
a nulla le decorazioni dello Zar e gli incarichi diplomatici. Non c’era
onore o ricchezza che potevano cancellare la forza della sua promessa.
Tornerò
da te la notte di Natale, le aveva scritto nell’ultima lettera
tempo addietro, prima di perdere la luce del mondo.
«Kost’ka…»
Ekaterina
si alzò sulla punta delle scarpette di raso e appoggiò le labbra
tremanti a quelle calde di lui. Non l’aveva mai baciato, ma aveva
immaginato tante volte come sarebbe potuto essere. Il momento in cui
Konstantin si chinò su di lei e dischiuse le labbra superò ogni fantasia.
Fu appassionato, esigente, dolce da farle tremare le gambe, tanto intimo
da farla gemere piano. La baciò con lentezza, assaporò ogni istante,
si nutrì del calore del suo fiato.
«Katja
quanto ho aspettato questo momento…» disse senza riuscire a staccare
le mani dal corpo flessuoso. Le accarezzò la schiena, inspirò il profumo
dei suoi capelli e la sollevò da terra per sentirla più vicina. La
morbidezza del seno premuto contro la sua giubba gli restituì il suo
sorriso disarmante.
Quel
modo speciale di piegare le labbra l’avrebbe riconosciuto fra mille.
Era
magnifico, la solidità delle sue spalle allenate era conturbante
e quello che avrebbe piegato altri uomini l’aveva reso irresistibile.
Il suo Kost’ka era tornato da lei e per lei, il mondo era annullato,
dissolto per lasciar spazio ai suoi baci. L’alba era un sipario di
cristallo che scese a celare la passione che infiammò i loro corpi.
La
favola non finì mai. Il bacio vorticò e mulinò nel Vento, rese immortali
gli amanti e nel suo peregrinare cancellò la paura e lenì la lontananza,
restituì tutto ciò che gli innamorati temevano aver di perso per sempre.
Ohhh che romantico!!!!! Dopo le lacrime torna sempre il sereno e la felicità! Mi è piaciuto moltissimo e anche l'ambientazione è da favola! Uno splendido racconto per iniziare bene la giornata. Grazie e complimenti davvero!
RispondiEliminaBellissimo! Romantico, con un'ambientazione affascinante e bei personaggi. Una stupenda favola natalizia!
RispondiEliminaquando le favole non finiscono mai, anche Pupottina è in prima linea ;-)
RispondiEliminaE' un racconto stupendo, fin'ora il mio preferito!!! Adoro la Russia e trovo anche che questo racconto sia molto dolce e delicato, e al tempo stesso di un romanticismo unico!
RispondiEliminaI miei più vivi complimenti all'autrice!!!
Bellissimo!!! Romantico e azzeccato, qui si vive lo spirito del Natale e si sogna!
RispondiEliminaDaniela
L'ho letto tutto d'un fiato! Adoro le atmosfere nordiche e la magia del Natale e questo racconto le combina perfettamente.Complimenti all'autrice!
RispondiEliminaVania
Complimenti, è molto carino! Una sottile vena triste di fondo che però si dimentica subito grazie al romanticismo del finale! Brava!
RispondiEliminaCassandra
Un racconto storico che fa sognare e sospirare e la cui atmosfera è perfetta per accompagnare queste gelide giornate...ha tutte le carte in regola per diventare uno dei miei preferiti tra quelli letti fin'ora.
RispondiEliminaMolto, molto bello...di un romanticismo che tiene sospesi fra la fiaba e le lacrime...e l'ambientazione è meravigliosa...complimenti Francesca...
RispondiEliminaPatrizia
E' molto romantico e molto facile da leggere e capire.
RispondiEliminaPoi è ambientato anche molto bene e ....pieno di suspence.
Cristallo, ghiaccio, bianco, freddo, e le lacrime calde di Katja che ha aspettato tutta la sera il suo perduto amore. E poi lui appare, misterioso, tenero, forte, malinconico, appassionato. E' un bellissimo racconto, brava Francesca. ANITA GAMBELLI
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie tante ragazze!
RispondiEliminaI vostri commenti sono uno splendido regalo di Natale anticipato!
Baci
Francesca Cani
Dimenticavo il racconto è stato ispirato ed è dedicato a Matteo.
Bello, dolcissimo e molto romantico.
RispondiEliminaChe bello! Romanticissimo, perfetto per la magia del Natale!
RispondiEliminaBrava Francy!
Bellissimo racconto!!!! Mi ha fatto commuovere..
RispondiEliminaatmosfera da favola e romanticismo perfetto...inoltre l'ambientazione russa rende tutto più magico...complimenti francy!!!
Juliet
Stupendo Francy! Da sogno
RispondiEliminaIl racconto più bello che ho letto sino ad adesso! Struggente, ben scritto, ti catapulta alla corte degli zar in un turbine di emozioni che salgono sino al finale da lacrime agli occhi. Sono commossa e non mi capita spesso leggendo racconti...Bravissima Francesca, davvero!
RispondiEliminaSimona
Un racconto davvero romantico! Il finale mi è piaciuto moltissimo, davvero complimenti!!!
RispondiEliminaUna magnifica e dolcissima fiaba che invita, induce, alletta a sognare che l'amore autentico superi veramente tutti gli ostacoli. Qs è lo spirito natalizio che mi piace davvero! Inoltre, l'ambientazione è meravigliosamente perfetta; la Santa Madre Russia zarista esercita su di me una fascinazione intramontabile dai tempi di "Michele Strogoff".
RispondiEliminaSarà dura, alla fine, scegliere solo due racconti!
Devo dire che questo è il mio preferito, il modo di scrivere dell'autrice è travolgente,unico, irresistibile.....quella magia che seduce tra leggenda e realtà, originalità e davvero mitica fantasia nel creare una simile trama per un così breve racconto! Complimentissimi e buone feste! Ricorda tanto quelle belle atmosfere dei grandi classici russi di ''Anna Karenina'' ''Guerra e pace''.....
RispondiEliminaGrazie tante ragazze! E' bellissimo sentire che vi piace, soprattutto è straordinario leggere che abbiamo condiviso un piccolo sogno.
RispondiEliminaBuone feste a tutte!
Grazie Francy per avermi ospitata, la copertina è strepitosa!
Francesca Cani
E' un bellissimo racconto dal sapore fiabesco. La storia d'amore è romantica e intensa e i protagonisti sono interessanti e ben caratterizzati. Peccato sia finito in un soffio, ci vorrebbe un bel romanzo ^__^
RispondiEliminaE' un bel racconto, un preludio ad una storia molto più complessa. Lo stile e l'accuratezza mi piace moltissimo.
RispondiEliminaC'è un qualcosa però che mi ha disturbato, a meno che non abbia capito male: se lui è cieco, come fa a trovarla e ad avvicinarsi, salire le scale, lanciare un fiore e riuscire a infilarno nella scollatura.
Scusa, ma nello scorrere della lettura questa cosa mi ha disturbato, proprio perché il racconto mi stava avvincendo.
Ma forse sono io, sto leggendo tutti i racconti un po' di fretta, perché sono in ritardo...
Semplicissimo! Ti spiego tutto!
RispondiEliminaLui la riconosce perché la sente piangere.
Lancia il fiore, ma ovviamente non può prendere la mira per cui lo aiuta il caso. Un po' di magia, un aiutino dal destino, chiamalo come vuoi...
Per salire le scale i non vedenti non hanno problemi di nessun genere. Come per trovare le persone, le sentono, le percepiscono con gli altri sensi.
Penso che ti abbia disturbato lo scoprire che è cieco quando ti eri fatta un'altra idea. Ovviamente de gustibus non disputandum est!
:)
No, no Francy ti assicuro che non mi ero fatta nessun'altra idea, mi piacciono tutte quelle originali e non ho preconcetti, non mi ha disturbato lo scoprire che lui è cieco, anzi, lo avevo immaginato quando urta il vaso.
RispondiEliminaLa mia comunque non vuole essere una critica, bada bene, era solo una minuzia che mi aveva distratto dalla storia, che stavo leggendo con piacere, visto che era coinvolgente.
Riposto il commento perché prima devo aver fatto un pasticcio e non l'ho trovato tra le altre risposte.
Romanticismo allo stato puro! Bello bello bello! mi ha trascinata...
RispondiEliminaPiacevolissima romantica lettura.
RispondiEliminaComplimenti Francesca: scrivi benissimo!!!!
Per chi chiedeva un romanzo: in anteprima assoluta sappiate che sta arrivando, bisogna solo aspettare qualche mese! A presto, e nel frattempo non perdetevi le novità con Lite Edition, Querci and Robertsons e Goware! Trovate tutto sul mio sito. :)
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